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04/12/2025 ore 12.37
Attualità

Continua S.P.A.Z.I., il progetto che libera dalle “gabbie invisibili”: educazione, emozioni e consapevolezza per prevenire le dipendenze

L’iniziativa è nata per parlare di dipendenze in modo nuovo, più vicino ai giovani e capace di intercettare quei segnali spesso invisibili che precedono il disagio

di Redazione Attualità

Il progetto S.P.A.Z.I. – Strategie per Azioni Integrate, promosso dal Centro Calabrese di Solidarietà ETS e finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento Politiche Antidroga, continua a crescere e a svilupparsi, sia sul piano educativo che su quello comunicativo. Un’iniziativa nata per parlare di dipendenze in modo nuovo, più vicino ai giovani e capace di intercettare quei segnali spesso invisibili che precedono il disagio. Il progetto affronta il tema non solo come fenomeno legato alle sostanze, ma come un territorio complesso, fatto di comportamenti, legami, cibo, tecnologia, emozioni e solitudini.

Il messaggio ai giovani

Al centro c’è un messaggio chiave: la libertà è una scelta, e come tale richiede consapevolezza, strumenti e accompagnamento. La comunicazione del progetto: una narrazione della “gabbia invisibile” Il gruppo comunicazione, in parallelo al lavoro educativo sul campo, ha proseguito producendo materiali capaci di tradurre visivamente e narrativamente il cuore del progetto. La locandina ufficiale rappresenta un’idea semplice ma potente. Una gabbia aperta, priva di alcune sbarre. Al suo interno un uccellino tiene strette due aste inutili, come se non si accorgesse della via di fuga già disponibile. Intorno, piccole icone raccontano le varie forme di dipendenza: un bicchiere di vino, delle carte da gioco, uno smartphone, un panino, un joystick, delle pillole.

Una prigione invisibile

“La libertà nasce da una scelta” e “Non restare in una prigione senza confini” sono i claim che accompagnano il messaggio: la dipendenza è spesso una prigione invisibile, che non ha serrature ma abitudini. La campagna social ha poi tradotto questi concetti in diversi formati: Il primo carosello Instagram è un percorso emozionale: dalla dipendenza vista come “buco nero” e “gabbia invisibile”, a immagini di rinascita — fiori che sbocciano, una porta luminosa, un sentiero che si apre — per raccontare che uscire è difficile, ma possibile.Il secondo carosello è informativo: spiega, con un linguaggio chiaro, le diverse tipologie di dipendenze (affettiva, alcol, sostanze, gioco d’azzardo, social, cibo, lavoro) mettendo al centro la perdita di libertà. Un video breve per TikTok, costruito sul contrasto tra una scena del film Big Fish e la voce narrante di un documentario sulle dipendenze, crea un ponte empatico: la dipendenza non è colpa, ma sofferenza da comprendere. La comunicazione di S.P.A.Z.I. continua dunque a crescere, con l’obiettivo di parlare ai giovani nel loro linguaggio, senza giudizio e con un messaggio chiaro: la prima libertà è riconoscere la gabbia.