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17/12/2025 ore 16.26
Attualità

Villaggio Turchese a Botricello, il Consiglio di Stato dà ragione al Comune: «Le opere erano abusive»

Accolte integralmente le tesi dell’amministrazione comunale che aveva disposto l’annullamento dei certificati di agibilità. La vicenda riguarda la realizzazione di un’area turistica sulla costa ionica. Attualmente è pendente in Tribunale il giudizio civile  

di Redazione

«Il Consiglio di Stato ha integralmente accolto le tesi del Comune di Botricello rispetto al ricorso proposto dalla società Turchese Service contro diversi atti emanati dalla stessa amministrazione per opere abusive, annullamento dei certificati di agibilità, fino all’impugnazione del piano di alienazione e valorizzazione approvato dal Consiglio Comunale».

Lo fa sapere in una nota, il sindaco Saverio Simone Puccio. «La vicenda è particolarmente complessa e riguarda – si legge – la realizzazione del villaggio Costa del Turchese e la proprietà di diverse migliaia di metri quadri di aree standards che questa amministrazione ha riportato nel patrimonio comunale, individuando anche alcune opere abusive che erano state realizzate dalle società riconducibili al costruttore Pasquale Barberio».

Nella sentenza depositata ieri (presidente Roberto Chieppa ed estensore Daniela Di Carlo), il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso confermando la piena legittimità dell’operato del Comune di Botricello nell’ambito delle attività di riordino del patrimonio immobiliare pubblico.

I giudici hanno confermato la fondatezza delle tesi rappresentate dall’avvocato Francesco Izzo sotto molteplici profili. Intanto, ha confermato il rigetto dell’appello per omessa riproduzione delle censure relative alla proprietà pubblica dell’area e alla carenza di collaudo e certificazione di idoneità statica.

Il Consiglio di Stato ha integralmente condiviso la ricostruzione fattuale e giuridica sostenuta dall’avvocato Izzo, confermando che l’ordine di demolizione costituisce atto vincolato che non richiede specifica valutazione delle ragioni di pubblico interesse. Ha, inoltre, validato l’operato amministrativo sotto il profilo dell’onere della prova dell’esistenza del titolo edilizio, riconoscendo l’inesistenza della presunta concessione edilizia.

Particolarmente significativo è il riconoscimento della legittimità dell’annullamento dei certificati di agibilità, che il Consiglio di Stato ha qualificato come atto di natura vincolata conseguente all’accertata abusività delle opere. La sentenza ha, inoltre, condannato gli appellanti al pagamento delle spese di giudizio in favore del Comune per complessivi 4.000 euro, oltre accessori di legge, riconoscendo la piena soccombenza della controparte.

L’avvocato Izzo ha sottolineato «la particolare rilevanza che questa decisione assume anche in relazione al giudizio civile attualmente pendente dinnanzi al Tribunale di Catanzaro. La pronuncia del Consiglio di Stato, infatti, consolida definitivamente l’accertamento dell’abusività delle opere e della proprietà pubblica delle aree. La decisione rappresenta, inoltre, un importante precedente per l’attività di tutela del patrimonio comunale, confermando la correttezza dell’approccio metodologico adottato dall’amministrazione nell’attività di riordino e valorizzazione del patrimonio».