Assalto al portavalori della Sicurtransport, la denuncia della Filcams Cgil: «Agenti sotto stress e a rischio sicurezza, ci sono anche casi di gravi umiliazioni»
Il sindacalista Giuseppe Valentino all’indomani dell’episodio di cronaca riaccende i riflettori sul settore della vigilanza. «L’azienda deve cambiare passo, chiesto un incontro al ministero dell’Interno. I lavoratori sottoposti a orari e turni impossibili»
«Stiamo organizzando assemblee tra le lavoratrici e i lavoratori perché pensiamo che la Sicurtransport debba cambiare passo e parallelamente il tema della sicurezza debba essere maggiormente attenzionato dallo Stato e dalle istituzioni». A prendere posizione è il segretario generale della Filcams Cgil Calabria, Giuseppe Valentino, all’indomani dell’assalto al furgone portavalori sull’autostrada A2.
Assalto al portavalori sull’A2 nel Reggino: parte dei soldi distrutta dal fuoco, s’indaga negli ambienti della ‘ndranghetaIl segretario intanto esprime solidarietà ai vigilanti che hanno subito l’aggressione dovendo pertanto ricorrere alle cure mediche. L’episodio di cronaca, tuttavia, rappresenta l’occasione per il sindacato di evidenziare le condizioni di lavoro all’interno dell’azienda leader nel settore del trasporto valori.
«Coloro che svolgono servizi di sicurezza convivono con un forte stress, pressione psicologica, turni massacranti e orari di lavoro impossibili e in cambio non ricevono il giusto riconoscimento» spiega Valentino. «Sicurtransport ha disdetto ormai da anni i contratti integrativi aziendali che consentivano un miglioramento delle condizioni lavorative».
Un’azienda segnalata più volte dalla Filcams Cgil per questioni legate «alla sicurezza e per le modalità con cui opera sul territorio. Ad esempio, spesso non si usano i blindati ma mezzi normali o non vi è una adeguata presenza di guardie in servizio durante il trasporto di valori per risparmiare sui costi. Il tema è sempre quello» chiosa Valentino.
«Inoltre, siamo a conoscenza di casi di estrema disumanizzazione. È capitato che poche ore prima dell’assalto al portavalori un vigilante sia stato costretto a rimanere fuori dalla sede di lavoro perché i dirigenti si sono rifiutati di aprire i cancelli per consentirgli di recuperare la giacca antiproiettile. Si tratta di un lavoratore con problemi di salute, costretto a subire una grave umiliazione».
Secondo la Filcams Cgil si tratta di «casi che raccontano di un’azienda che non tiene in giusta considerazione il valore di chi quotidianamente si assume la responsabilità e il rischio di un simile lavoro. Inoltre, questo è un settore divenuto poco attrattivo anche per i giovani perché sottoposto a regimi orari che non permettono di godere di una buona qualità della vita».
«Stiamo organizzando assemblee tra le lavoratrici e i lavoratori – conclude quindi il sindacalista - perché pensiamo che l’azienda debba cambiare passo. Accanto a ciò c’è un tema fondamentale che riguarda lo Stato e le istituzioni. A livello nazionale le nostre sigle stanno chiedendo con insistenza incontri al ministero dell’Interno affinché si affronti il problema degli assalti ai portavalori. Un problema che non riguarda solo i lavoratori ma tutti noi. La criminalità organizzata è riuscita ad entrare in possesso di una ingente somma di denaro con cui continuerà a fare affari. Simili episodi, messi a segno con tanta facilità, rischiano l’emulazione. È necessario riservare una attenzione particolare al settore della vigilanza attraverso la convocazione di un tavolo al ministero».