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23/02/2022 ore 10.34
Cronaca

Maxi sequestro da 800 milioni a 3 fratelli: c'è anche il CC Due Mari- VIDEO

I finanzieri del Comando Provinciale di Catanzaro, con la collaborazione del Servizio Centrale Investigazione sulla Criminalità Organizzata di Roma, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di [...]
di Nico De Luca

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I finanzieri del Comando Provinciale di Catanzaro, con la collaborazione del Servizio Centrale Investigazione sulla Criminalità Organizzata di Roma, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, hanno dato esecuzione al decreto con il quale il Tribunale di Catanzaro – Ufficio Misure di Prevenzione, ha disposto il sequestro, finalizzato all’applicazione della confisca prevista dal Codice Antimafia, del patrimonio, del valore di oltre 800 milioni di euro,  riconducibili a tre fratelli, imprenditori lametini nel settore della grande distribuzione alimentare e proprietari di uno dei centri commerciali più grandi della Calabria.

ELENCO SEQUESTRO

Il sequestro di prevenzione ha riguardato:

Si tratta di un provvedimento di natura cautelare, adottato ex art. 20 d.lgs. 159/2011, dal Tribunale di Catanzaro nell’ambito del procedimento di prevenzione avviato con la proposta di applicazione della misura di prevenzione personale e di quella patrimoniale della confisca, sulla base delle complesse indagini di natura economico-patrimoniale svolte, anche con l’ausilio di sofisticati software, ad opera degli specialisti del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria del capoluogo calabrese, volte a verificare la provenienza dell’ingente patrimonio riferibile ai destinatari del provvedimento e la sproporzione rispetto ai redditi dichiarati e alla attività lavorativa.

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Il procedimento di prevenzione, volto alla verifica della sussistenza dei presupposti per l’applicazione della misura di prevenzione personale e patrimoniale, è ancora in corso.

 

Le investigazioni riguardano le vicende patrimoniali e imprenditoriali della famiglia di origine dei tre imprenditori, fin dagli anni ‘80, e si sono avvalse anche delle risultanze investigative del p.p. n. 1002/2014 RGNR (già N. 1110/2009 RGNR), convenzionalmente denominato “ANDROMEDA”, ancora pendente in fase di giudizio anche nei confronti di uno dei tre imprenditori interessati dal provvedimento di sequestro di prevenzione, al quale è contestato anche il delitto di cui all’art. 416bis c.p.

Parte dei beni oggetto del sequestro di prevenzione era stata già interessata, nell’ambito del richiamato procedimento penale, dal sequestro preventivo, successivamente revocato.